Muoversi 2 2023
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SUPPORTARE LA CRESCITA E PROTEGGERE DAI RISCHI DEI MERCATI ENERGETICI

SUPPORTARE LA CRESCITA E PROTEGGERE DAI RISCHI DEI MERCATI ENERGETICI

intervista a Paolo Arrigoni di Marco D’Aloisi

Paolo Arrigoni

Presidente GSE

Presidente come vede il suo nuovo ruolo e quali sono le sue priorità?

Presiedere il Consiglio di Amministrazione del GSE è sicuramente un onore, anche in virtù del fatto che nella mia esperienza come parlamentare sono stato sempre attento al ruolo che questa azienda ha nel panorama energetico nazionale e nel supportare aziende, privati e pubblica amministrazione. Proprio in tale direzione stiamo lavorando, insieme all’amministratore delegato l’Avv. Vinicio Vigilante, per migliorare il dialogo con associazioni di categoria, operatori del settore ed enti pubblici.

Il ruolo del GSE è fondamentale per l’Italia considerando che, con la sua attività, solo nel 2021, ad esempio, ha contribuito ad attivare 2,3 miliardi di euro di nuovi investimenti e la creazione di almeno 53 mila posti di lavoro

Tenere in considerazione le loro istanze è fondamentale per rendere la transizione energetica ed ecologica del Paese un fulcro della crescita economica.

Al GSE è demandato il compito di promuovere lo sviluppo sostenibile. Cosa dobbiamo intendere con sostenibile?

Il paradigma dello sviluppo sostenibile, come dichiarato dall’ONU con gli obiettivi dell’Agenda al 2030, si fonda sul concetto di uno sviluppo che sappia coniugare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale. Dunque, la sola pragmatica interpretazione possibile è quella di un modello di sviluppo che sia in grado di garantire la salvaguardia del pianeta, dell’individuo e dell’economia. In questi termini il ruolo del GSE è fondamentale per l’Italia considerando che, con la sua attività, solo nel 2021, ad esempio, ha contribuito ad attivare 2,3 miliardi di euro di nuovi investimenti e la creazione di almeno 53 mila posti di lavoro.

Il GSE è un’interfaccia importante sia per il Governo che per gli operatori della filiera energetica. Come si possono coniugare le diverse esigenze?

Il GSE svolge il ruolo di braccio operativo del Governo e dunque deve rendere le norme elaborate il più possibili efficaci e tempestive. Il raggiungimento di questo obiettivo può essere facilitato proprio prendendo in considerazione i punti di vista di coloro che operano nel settore. In virtù di questo principio, la nuova governance del GSE, accogliendo le proposte delle associazioni di categoria e degli operatori, ha già attivato una campagna di semplificazione delle procedure che renderà più snelli i processi, riducendo le difficoltà degli operatori e le tempistiche. Il primo aggiornamento, pubblicato ad aprile e orientato a garantire una sempre maggior efficienza del parco di generazione elettrica fotovoltaica, ha visto lo snellimento delle procedure relative alla gestione degli interventi di manutenzione e ammodernamento degli impianti in Conto energia.

Sulle piattaforme che in qualche modo fanno capo al GSE ci sono anche quelle relative ai biocarburanti, al centro di una discussione a livello europeo dopo il voto sullo stop alle auto endotermiche dal 2035. Che ruolo possono avere secondo lei?

Partiamo dal presupposto che il nemico da contrastare responsabile dei cambiamenti climatici è la CO2, non l’auto con motore a combustione interna. È dunque fondamentale che per perseguire la neutralità climatica, assicurando il principio della neutralità tecnologica e dunque anche tutelando le nostre filiere nazionali, debba proseguire il sostegno ai carburanti low carbon come i biocarburanti, tra cui il biometano, che, come alternativa ai carburanti fossili, rappresentano già oggi una risposta efficace per la mobilità sostenibile. Il loro ruolo sarà decisivo per la decarbonizzazione dei trasporti. Mi auguro pertanto che, come i carburanti sintetici (e-fuel), possano essere impiegati anche dopo il 2035.

Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, inoltre, questi stimoli dovranno essere orientati anche alla creazione di una solida rete di protezione che sia in grado di ridurre l’impatto delle fluttuazioni del mercato energetico su famiglie e imprese

GSE svolge un ruolo rilevante anche nella programmazione energetica del Paese. Quali sono le priorità su cui lavorare secondo lei?

Il ruolo di decisore spetta al Governo. Tuttavia, il GSE, che fa parte sia del Sistema Statistico Nazionale ed è responsabile della produzione dei dati statistici nazionali sugli impieghi di fonti rinnovabili, fornisce al Governo tutte le informazioni ed i dati necessari per costruire un quadro chiaro della situazione energetica del Paese. Inoltre, assicuriamo il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi intermedi e al 2030 del PNIEC, elaboriamo scenari, studi economici e modelli previsionali nel campo energetico e ambientale.

Detto questo, l’ambito energetico, in piena fase di transizione, è orientato verso un paradigma differente da quello a cui siamo stati abituati. La spinta della “RED II” sull’autoconsumo e sulla condivisione dell’energia, ad esempio, vedrà lo sviluppo di comunità energetiche rinnovabili che, autosostenendo i propri consumi, alleggeriranno la dipendenza energetica italiana dalle fonti fossili e dai fornitori esteri.

L’attuazione del PNRR passa anche dal GSE. A che punto siamo?

Il GSE svolge un ruolo di primo piano nel PNRR, in quanto è stato designato come soggetto attuatore delegato per diverse misure finalizzate ad accelerare la transizione energetica e a garantire una corretta allocazione delle risorse stanziate. In primis, per lo sviluppo del teleriscaldamento, il cui bando ha messo a disposizione 200 milioni di euro. Durante la fase di gestione, abbiamo ricevuto domande per un risparmio equivalente previsto di circa 73.000 Tep/anno. Il GSE è soggetto attuatore anche della misura “Parco Agrisolare” con uno stanziamento complessivo di 1,5 miliardi di euro. Abbiamo poi la misura dedicata allo sviluppo del biometano di cui è in corso il primo bando. L’obiettivo della misura, sostenuta con 1,73 miliardi di euro, è quello di raggiungere, entro il 31 dicembre 2023, una produzione aggiuntiva di biometano pari ad almeno 0,6 miliardi di metri cubi e, entro il 30 giugno 2026, a 2,3 miliardi di metri cubi. E siamo pronti per gestire le misure dedicate allo sviluppo delle comunità energetiche e configurazioni di autoconsumo, sostenute con 2,2 miliardi di euro e quella dell’agrivoltaico finanziata con 1,1 miliardi di euro.

Che ruolo immagina per il GSE dei prossimi anni?

Decisamente quello di continuare a supportare il Governo nella crescita economica del Paese. L’obiettivo, oltre a favorire la decarbonizzazione e l’elettrificazione dei consumi, è quello di collaborare sempre più attivamente nel rafforzare l’economia nazionale attraverso stimoli volti alla crescita del settore energetico e ai nascenti settori ad esso collegati. Nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, inoltre, questi stimoli dovranno essere orientati anche alla creazione di una solida rete di protezione che sia in grado di ridurre l’impatto delle fluttuazioni del mercato energetico su famiglie e imprese. Un rischio, quello di indebolire le attività del tessuto produttivo italiano a causa del costo dell’energia, che dobbiamo impegnarci a ridurre.