Muoversi 1 2023
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RINNOVABILI: MOLTE ASPETTATIVE, MA ANCHE MOLTI LIMITI

RINNOVABILI: MOLTE ASPETTATIVE, MA ANCHE MOLTI LIMITI

di Jacopo Giliberto

Jacopo Giliberto

Giornalista del Sole 24 Ore

La prima cosa da fare è, con due passate di ramazza, spazzare via ipocrisie, sottintesi, luoghi comuni e il vizio di assecondare la corrente perché così fan tutti.

Ecco il primo colpo di ramazza: le grandi fonti rinnovabili d’energia – soprattutto eolico e fotovoltaico – non sono la soluzione; mille problemi e limiti ne vincolano l’adozione; impongono costi economici e impatti ambientali molto alti in genere sottaciuti; in un gran numero di fabbisogni non riescono a sostituire le altre tecnologie energetiche; sono oggetto di speculazione aggressiva e di meccanismi politici di populismo feroce; per il loro ingombro ad alta visibilità, insieme con il loro diffondersi cresce anche l’intolleranza sociale contro di esse.

Le grandi fonti rinnovabili d’energia – eolico e fotovoltaico – non sono la soluzione: mille problemi e limiti ne vincolano l’adozione; impongono costi economici e impatti ambientali molto alti. Non sono fonti perfette di energia e - almeno nel medio periodo – le sole rinnovabili non basteranno a garantire energia diffusa, economica e sicura. Però le tecnologie rinnovabili sono tra le migliori oggi disponibili

Ecco il secondo colpo di ramazza per spazzare ipocrisie e sottintesi taciuti: non sono fonti perfette di energia e – almeno nel medio periodo – le sole rinnovabili non basteranno a garantire energia diffusa, economica e sicura, però le tecnologie rinnovabili sono tra le migliori oggi disponibili e per questo motivo per anni saranno quelle che cresceranno in modo più vivace. Sicuramente le rinnovabili cresceranno in modo più vivace dei combustibili fossili molti dei quali, ovviamente insostituibili per molte applicazioni ma sostituibilissimi in molte altre applicazioni, sembrano destinati a un graduale ridimensionamento, come dicono gli scenari dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) diramati in gennaio.

In altre parole, i bastian contrari, i pierini e tutti coloro che non amano le rinnovabili se ne facciano una ragione. Grazie alle politiche di promozione dei Governi e al consenso sociale spinto da influencer e trend setter, assecondati dal rating assegnato agli investimenti, le tecnologie fotovoltaiche ed eoliche sono destinate a dettar legge ancora per anni, e con esse anche le tecnologie loro correlate come reti, accumulatori e così via.

Ci sono anche altri fattori di spinta verso le rinnovabili, fattori che non vengono dal mainstream sociale. Sono fattori più congiunturali legati al periodo come – i lettori scusino l’ovvietà ripetitiva – lo shock sui mercati energetici indotto dall’invasione russa dell’Ucraina, il forte aumento dell’inflazione sotto la pressione dei prezzi di energia, le condizioni finanziarie più aspre e la forte dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. Questi fattori inducono a rivolgersi verso fonti non fossili, verso tecnologie con un fabbisogno contenuto di capitale, verso energie indipendenti da materie prime energetiche volatili.

Qualche confronto. EY (la società di consulenza che una volta si chiamava Ernst&Young) nel dicembre 2022 ha divulgato la nuova edizione del rapporto semestrale Renewable energy country attractiveness index (Recai) in cui vengono allineati i 40 maggiori diversi Paesi secondo la capacità di attrarre investimenti rinnovabili. Sul podio oggi sono Usa, Cina e Germania e l’Italia che rispetto all’estate scorsa ha guadagnato tre posizioni ed è salita dal quindicesimo al dodicesimo posto.

Lente d’ingrandimento sull’Italia: l'eolico registra 11.300 MW di capacità istallata e il fotovoltaico arriva a 23.900 MW e una lista d’attesa di 17.000 MW. Per misurare la “temperatura” rinnovabile può essere utile un dettaglio sul fotovoltaico: alla fine del 2022 erano censiti 1.139.967 impianti solari, in gran parte piccoli e piccolissimi posati sulle falde dei tetti

Tra le sfide più significative, il rapporto Recai sottolinea la necessità di rafforzare la cosiddetta resilienza energetica: consolidare la produzione di energie rinnovabili, accelerare la diversificazione delle fonti di produzione di energia e aumentare lo stoccaggio.

Alle spalle di Stati Uniti, Cina e Germania, per appetibilità fra gli investitori seguono Inghilterra, Francia, Australia, India, Spagna, Giappone e Paesi Bassi.

Che cosa spinge gli investitori verso questi Paesi? Gli Stati Uniti richiamano investimenti grazie all’Inflation Reduction Act approvato in agosto e inteso come un punto di svolta green, in particolare nell’ambito dell’idrogeno verde.

La Cina vanta una particolare rapidità di transizione verso le energie rinnovabili nelle politiche per raggiungere una difficile carbon neutrality entro il 2060. La Germania afferma di guardare a eolico e fotovoltaico, mentre il Regno Unito vede completarsi e rallentare la grande ondata di investimenti nell’eolico offshore.

Va osservato che Paesi come Cina, Germania, e in misura minore Inghilterra, esibiscono potenti muscoli rinnovabili ma sottacciono gli ancora più ingenti investimenti nelle fossili più grevi, come la lignite tedesca che sta sostituendo il nucleare. I Paesi Bassi hanno un programma che include un obiettivo di 70.000 MW di energia eolica offshore entro il 2050. Interessante anche la Grecia, guidata da nuovi obiettivi di 15.000 MW verdi entro il 2030, di cui 2.000 MW di eolico offshore.

Lente d’ingrandimento sull’Italia: l’eolico registra 11.300 MW di capacità istallata e il fotovoltaico arriva a 23.900 MW e una lista d’attesa di 17.000 MW. Per misurare la “temperatura” rinnovabile può essere utile un dettaglio sul fotovoltaico tratto da un rapporto diramato dalla Elmec Solar: alla fine del 2022 erano censiti 1.139.967 impianti solari, in gran parte piccoli e piccolissimi impianti posati sulle falde dei tetti. Lo studio osserva che sono disponibili per accogliere modulo fotovoltaici altri 15 milioni di tetti liberi. Gli uffici commerciali osservino con attenzione il fatto che il Veneto è di gran lunga in testa: chi nel 2022 aveva istallato più moduli solari erano Roma (+43.302); Brescia (+36.455); Treviso (+34.654); Padova (+33.621) e Vicenza (+28.819).