Muoversi 4 2021
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OBIETTIVI STRINGENTI MA MANCA UNA “CASSETTA DEGLI ATTREZZI” ADEGUATA

OBIETTIVI STRINGENTI MA MANCA UNA “CASSETTA DEGLI ATTREZZI” ADEGUATA

intervista a Massimo Medugno

Massimo Medugno

Direttore generale Assocarta

Il pacchetto “Fit for 55” avrà inevitabilmente ricadute anche sul costo dell’energia. Avete valutato i possibili impatti economici tenuto conto che il vostro è un settore energivoro?

Come settore a livello nazionale e europeo diamo un forte contributo in termini di rinnovabilità e riciclo. E questa è l’apparente contraddizione di un pacchetto di misure, il “Fit for 55”, che penalizza l’utilizzo del gas a prescindere, senza considerare che più dei tre quarti del riciclo europeo “gira” grazie al gas. L’aumento della tassazione sul gas per usi industriali, senza prevedere esenzione per utilizzi in cogenerazione, la non contabilizzazione dei risparmi energetici negli usi dei fossili, ci sembrano in antitesi con la transizione. Se a ciò aggiungiamo la fissazione di alcun soglie per l’emissione specifica della cogenerazione che rischiano di premiare la produzione elettrica separata senza garanzia di miglioramento delle prestazione ambientale, ci sembra che ci siano obiettivi molto stringenti, senza però una “adeguata cassetta degli attrezzi”.

Il pacchetto interviene su numerose direttive. Tra le proposte c’è anche la revisione della direttiva ETS, unitamente a quella sul CBAM. Quali sono gli aspetti che più vi preoccupano?

Innanzi tutto la trasformazione dell’ETS in strumento di speculazione finanziaria non più aderente al suo obiettivo originario, una sorta di “gioco” in mano a chi ha liquidità, che non fa investimenti e drena risorse con regole che mirano al rialzo del prezzo e non al risultato di riduzione della CO2. La CBAM non è assolutamente idonea al settore cartario in quanto la carta viaggia sotto sotto forma di “prodotto” (libri, imballaggi, ecc.)  e quindi c’è il  rischio di perdita delle attività a maggiore valore aggiunto.

C’è una questione imprescindibile di tutela dell’ambiente, ma anche del ruolo dell’Italia e dell’Europa nell’economia globale. Ambiente, energia e geopolitica sono strettamente connesse e intrecciate

Un recente studio che avete commissionato a Boston Consulting indica alcune leve strategiche su cui intervenire per la decarbonizzazione del comparto. Come vedete il contributo dei Low carbon Fuels?

Fondamentale, consumiamo ogni anno 2,5 miliardi di gas, quindi guardiamo al biogas e al biometano con grande interesse. Qualcuno stima in 8 miliardi di metri cubi la disponibilità di biometano nel 2030 e noi speriamo che l’uso industriale venga incentivato. In questo caso la decarbonizzazione può già viaggiare nei “tubi”. Diversa la questione dell’idrogeno, per la quale ci stiamo preparando, ma implica la risoluzione di questioni tecnologiche.

Il pacchetto “Fit for 55” fa leva sullo sviluppo delle fonti rinnovabili per l’elettrificazione di tutti i consumi. Ciò dovrebbe valere anche per il vostro settore. Fino a che punto è possibile e in che tempi?

L’elettrificazione sarà una parte della soluzione, ma non “la” soluzione. D’altro canto, l’autoproduzione in cartiera ha diverse motivazioni tra cui quella di avere disponibilità di energia. Ancora oggi l’approvvigionamento elettrico ha dei problemi. A parte le questioni tecnologiche in cartiera, bisogna avere chiaro cosa vorrebbe dire aumentare la capacità elettrica della rete per approvvigionare, anche in parte, i 150 siti oggi in esercizio.

Il pacchetto dovrà passare il vaglio di Consiglio e Parlamento europeo prima di diventare vincolante. Avete in programma iniziative specifiche verso le Istituzioni europee e che spazi di intervento vedete?

Continuare la nostra interlocuzione tramite Confindustria e la Confederazione europea delle industrie cartarie (CEPI), lavorare con il settori energy intensive (lo stiamo facendo con lo studio Boston Consulting che definisce una roadmap per i relativi settori), con tutti gli interlocutori possibili. Siamo a favore della transizione energetica e, quindi, agli obiettivi cui tende, ma il tema diventa i mezzi per raggiungerli. C’è una questione imprescindibile di tutela dell’ambiente, ma anche del ruolo dell’Italia e dell’Europa nell’economia globale. Ambiente, energia e geopolitica sono strettamente connesse e intrecciate.